All’ombra del Piccolo Principe – Alle origini del mito | Puntata 1/10
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14 Aprile 2021di Antonello “Zappatore” Palladino
Alla fine della puntata DUE ci siamo chiesti:
qual è il mito che meglio “incarna” la situazione del perdere i punti di riferimento; del “perdersi”?
La risposta è facile: la storia del Labirinto.
La sfida paradossale, ora, per questo articolo, sarà muoversi attraverso questo archetipo proprio senza perdersi :-).
L’impronta, le tracce del labirinto sono antichissime. Ce ne danno testimonianza già le incisioni rupestri (ad esempio quelle della Valle Camonica – vedi Fig.1).
Il metodo che useremo qui per giocare a pensarci insieme, è prendendo spunto dal racconto antico sopravvissuto in maniera più ricca e completa, ancora oggi il più famoso: quello del Labirinto di Creta dove Minosse rinchiuse il Minotauro.
La storia è molto interessante perché – come ricorderai – esistono due versioni molto diverse di blocco all’interno di quel Labirinto, con due diverse soluzioni di uscita. La prima, quella dell’uccisione del Minotauro ad opera dell’eroe Teseo con l’aiuto del filo di Arianna; la seconda, quella di Dedalo e di suo figlio Icaro.
Proviamo a percorrerle insieme, per capire se troviamo elementi e spunti utili anche a muoverci nella ragnatela della contemporaneità.
DEDALO – LA TECNICA, LA CREAZIONE CHE BLOCCA
Partiamo da un po’ più lontano, attraverso le origini di alcuni dei principali protagonisti del mito, perché ci saranno utili per capire più a fondo e in maniera intuitiva le soluzioni.
Innanzitutto, facciamo qualche gioco di memoria:
chi è il costruttore del Labirinto?
Ci ricordiamo tutti che il Labirinto di Creta venne costruito da Dedalo, su ordine di Minosse, per poterci rinchiudere il terribile Minotauro.
Iniziamo quindi proprio da lui: da Dedalo, che mi sembra la figura-chiave in questa storia.
Dedalo nacque ad Atene; era un grandissimo inventore, scultore, così abile da dare letteralmente vita a ciò che scolpiva. Un genio assoluto della creatività tecnica.
La storia racconta che aveva un nipote, Talo, a cui stava insegnando il mestiere. Talo era bravissimo, talmente tanto da far ingelosire Dedalo. E Dedalo un giorno, in preda alla gelosia, uccise il nipote gettandolo giù dall’Acropoli (Fig.2). Gli dèi, vista la scena, salvarono il povero Talo trasformandolo in un uccello.
I miti sono interessantissimi perché, rileggendoli, ripercorrendoli con la memoria, ci rendiamo spesso conto, nel loro ricordo, di aver dimenticato o tralasciato delle parti fondamentali – ma non indagheremo ora il perché di questa strana cosa…
Dopo l’omicidio Dedalo fu costretto a fuggire da Atene. Venne accolto a Creta da Minosse, re dell’isola, ben lieto di ospitare il genio in cambio dei suoi servigi. A Creta, nel palazzo del re, si innamora di una schiava di Minosse, Naucrate. Dal loro rapporto, dalla loro unione nascerà Icaro.
A Dedalo si attribuiscono una serie di costruzioni, tutte perfette, ingegnose ed oscure.
Dedalo costruì la vacca di legno ricoperta di cuoio che permise alla regina Pasifae, moglie di Minosse, nascosta all’interno, di unirsi ad un Toro, che il dio Poseidone aveva donato al re, perché lo sacrificasse, e che lui invece aveva sostituito con un altro di minor valore. Da quella strana unione sessuale nascerà il famoso Minotauro: un mostro che sul corpo umano aveva una testa di toro.
Su ordine di Minosse, Dedalo costruì poi lo stesso Labirinto in cui il Re imprigionò il Minotauro e all’interno del quale venivano sacrificate periodicamente giovani vittime, prede innocenti della voracità del mostro.
La storia di Dedalo è insomma densa di costruire e distruggere; la sua tecnica perfetta in continua tensione con il principio di autorità di cui è succube e che si ritrova a subire, mettendosi sempre, senza principi morali, a puro servizio dell’invenzione. Dove c’è da costruire, lui costruisce senza pensare mai alle conseguenze. Un perfetto scienziato moderno, verrebbe da pensare. E un vero e proprio maestro dei blocchi – e di come superarli.
Invenzione per invenzione si ritroverà imprigionato da Minosse – l’autorità – insieme al figlio Icaro all’interno del labirinto perfetto che lui stesso aveva progettato. È un paradosso interessante per pensare ai labirinti ed alle soluzioni.
A proposito di soluzioni, ci sono due modi che il mito suggerisce per uscire dal Labirinto: uno “orizzontale”, attraversandolo come l’eroe Teseo – molto ben armato ed “attrezzato” prima della spedizione; oppure in “verticale”, l’unico modo che trovò Dedalo per sfuggirne.
Ma di questo e dei vari possibili suggerimenti che ne conseguono,
ne parleremo alla prossima puntata…
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