Il palinsestone di Febbraio
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12 Febbraio 2016There was a boy
A very strange enchanted boy
They say he wandered very far, very far
Over land and sea
A little shy and sad of eye
But very wise was hetesto di Nature Boy – eden abhez
La storia e la bellezza solitaria, mistica e delicata di questo disco sono incredibili. È incredibile la storia del suo autore, tale George Alexander Aberle, in arte eden abhez, sconosciuto di nome, eppure famosissimo alle orecchie di molti.
Ve la racconterò…
Siamo all’inizio degli anni ’40, lontanissimi dalla stagione degli hippies e dalle sue scoperte ed esplorazioni musicali. In Italia spopolano Natalino Otto, il Quartetto Cetra e la drammatica censura fascista; divieto di ballare in pubblico, proibita la musica americana e tutti gli autori ebrei.
Los Angeles, dall’altra parte dell’oceano.
George è un ragazzo strano, e la sua stranezza è quanto di più necessario ci sia nella sua vita. Non può fare come tutti gli altri. Vive con la sua famiglia, moglie e figlio, in una tenda, sotto la prima gigantesca L della famosa scritta sulla collina di Hollywood. Gli bastano tre dollari al giorno. Ha scelto quel posto, sotto l’ombra dell’enorme scritta in lettere maiuscole, che campeggia ben in vista a chiunque si avvicini, per avvisarlo che lì troverà rappresentato il più grande successo patinato del mondo. Già questa simbolica contraddizione spalanca le porte alla poesia, come capirete nel resto della storia…
Decide, a un certo punto, di farsi chiamare eden, come il famoso giardino atemporale, paradiso terrestre delle cristianità. E decide che il suo nome sia sempre scritto tutto in lettere minuscole, perché solo Dio e l’Infinito, possono essere degni delle maiuscole.
L’Eden.
Puoi intravedere la sua ricerca, solo osservando gli occhi dalla copertina del disco: profondi, e fermi, immobili di follia mistica. eden vive così, con i piedi dentro questa terra, ma con lo sguardo fisso verso altri mondi. Venti anni prima degli hippies, è incosapevolmente un loro precursore. Un precursore sismico della loro emotività. Vent’anni prima. E come tutti i precursori, pochi si accorgono della loro esistenza, ma sono importantissimi a saperli decifrare.
Ad eden piace un sacco la Musica, scrive, compone. Sono piccole cose, semplici, che fanno risuonare la natura, e le cose dello spirito, in una maniera diretta, così come fanno da sempre i mistici.
Una sera del 1947, eden si trova in un locale newyorchese, il Lincoln Theatre. È venuto ad ascoltare un gigante dell’epoca: Nat King Cole. Il re, appunto…
eden ne è affascinato, gli piace il suo allegro sorriso musicale, e così, dopo il concerto, decide semplicemente di andarlo a conoscere. Vuole raccontargli di una canzone che ha composto, “Nature Boy”, si chiama, facile intuire di cosa parli. Il motivo musicale riprende una vecchia melodia che gli cantava sempre sua madre quando era molto piccolo. Ah, a proposito di origini, George nasce a Brooklyn, il 15 Aprile del 1908, è di origini ebree russe; viene poi adottato in seguito da una famiglia in Kansas.
Davanti a Nat King Cole eden è emozionato, come lo si è sempre davanti ai propri miti. Gli passa il foglio con la sua canzone. Nat, con il suo sorriso stampato in faccia, gli dice semplicemente “grazie”. Passano le settimane e, una notte davanti al piano, a Nat ritorna in mente quel ragazzo dagli occhi spiritati e il suo foglietto e…
“Nature boy” venne pubblicata nel 1948 dalla Capitol, e in pochissimo tempo fu subito prima in classifica. Ci rimase per otto settimane, e vendette poi migliaia di copie in tutto il mondo, diventando sicuramente una delle canzoni, forse La canzone più popolare nella storia della musica. Ne sono state incise centinaia di cover, da Django Reinhardt, a John Coltrane, da Sun Ra, a Miles Davis, solo per ricordarne qualcuna.
Dopo settimane dal successo, Nat King Cole cercò eden per poterlo ripagare.
Lo trovò lì sulla collinetta, dentro la sua tenda, sotto la prima L di HOLLYWOOD.
eden ricevette tantissimi soldi per i diritti di quel brano.
Molti autori in giro per il mondo gridarono al plagio, richiamando diversi riferimenti a cui, secondo loro, eden si sarebbe più che ispirato.
Tutto ciò che eden disse a riguardo fu che il brano gli venne trasmesso direttamente da Dio. E come non credergli?
Visse il resto della sua vita in gran parte con quei soldi delle royalties, spendendo sempre solo pochi dollari al giorno…
Il disco di cui vi propongo l’ascolto, si chiama “Eden’s Island”. È l’unico disco inciso interamente da eden, nel 1960.
Suona di un’isola incantata, di un mondo lontano dal mondo, e dentro c’è un brano che si intitola “Full moon”, Luna piena, e che trasmette, secondo me, molto dell’anima semplice, mistica, sognante, e musicale che ha rappresentato benissimo sulla terra, eden abhez.
Eden, appunto.
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Riferimenti in rete:
* Eden Abhez – Un precursore dell’Exotica
* La pagina di wikipedia dedicata ad eden abhez