Il disco raccontato dell’estate
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Charles Bukowski – Il Capitano è fuori a pranzo
Con il racconto di questo primo disco estivo, apriamo le porte del giardino.
Siamo nel 1977. Parliamo del Lato A e del Lato B di Don Juan’s Reckless Daughter di Joni Michell.
Ti aspetti fiori sotto il sole rosso del tramonto e ti ritrovi davanti all’imprevedibile, all’imponderabile. E beh, quando in un disco hai le corde di Joni Mitchell e il basso di uno come Jaco Pistorius – il “Jimi Hendrix del basso” – a sostenere imprevedibili sospensioni, la bellezza viene distillata e regalata a riempire tutti i sensi.
Senti qui…
1. Overture / Cotton Avenue – 6:41
Il disco si apre, inizia con una cacchio di apertura che i primi 20 secondi ti trovi già lì, porta socchiusa sul giardino, steso e a bocca aperta. Le scale del Paradiso me lo posso immaginare proprio così, come questa apertura. Le chitarre che ti sollevano e la voce di Joni che è richiamo di sirena, tu sei lì sulla prua della nave, pronto a tuffarti, ma poi, in questo stato di sospensione… boom, arriva il richiamo potentissimo di Orfeo-Pistorius, che ti ributta giù. Quel colpo di basso è una presa di coscienza non ordinaria. Ti ributta giù, ma niente è più prevedibile. Ti sembra di sentire il sonaglio del serpente, mentre passeggi tranquillo sotto il sole rosso danzante di Cotton Avenue.
Se non sai dov’è Cotton Avenue, non hai un posto speciale, non fa niente, lo troverai proprio lì.
Io sono un grande sostenitore delle chiusure fatte bene, nel senso che mi piace chi sa chiudere, chiudere le cose. Ad aprire sono tutti buoni, ma finire le cose…Beh, dalla chiusura di questo pezzo abbiamo tutti solo da imparare.
2.Talk to Me – 3:45
Il basso di Pistorius è meraviglia condensata. Il basso di solito è uno di quegli strumenti che passa su tracce subconscie, la maggiorparte se lo filano poco. Non è la chitarra che è sempre lì a dire: guarda come sono brava, senti come sono bella. Lui è lì che lavora di ritmo, che poi in fondo in fondo ti dice come le cose devono arrivare, le anticipa, ma tu non te ne accorgi. Beh, qui subconscio un corno! Il basso non solo sostiene tutto, ma regala dialoghi, risuona, imita. A un certo punto, se ascolti bene, dopo vari “talk to me, talk to me”, si sente Mitchell che imita uno starnazzare di oche e il basso di Pistorius che fa altrettanto. Ciliegina.
3.Jericho – 3:22
Un muro rosso. Un letto. Le mura di Jerico me le immagino così. I muri più grandi da superare si trovano tutti in prossimità di letti. E anche qui, come pure racconta il libro sacro, è la musica a far crollare i muri. Ad aprire risonanze e sentimenti al cuore.
Quanta bellezza, mamma mia! Il disco potrebbe finire anche qui, per me, con questa intesa Joni-Jaco che ti accompagna sui prati bagnati del Monte Analogo.
4.Paprika Plains – 16:21
E invece non finisce mica qui. Il pezzo successivo sono armonici sospesi in un matrimonio celeste. Lungo brano orchestrale che mescola nel pentolone classica, pop, world, boh. Quello che posso scrivere è che, fra parole di disperazione, a un certo punto un violino ti solleverà e poi un sax ti ricondurra a casa, diverso, come un Ulisse coperto di sale.
…
Una piccola nota pseudobiografica.
Questo disco mi attirò anni fa, perché mi colpì il titolo. Stavo leggendo Castaneda in quel periodo, e Don Juan fu per me un segno. Alla fine, di stregoneria, di lettere J che cambiano lo stato di coscienza (Juan, Joni, Jaco), e di stati di bellezza che ti renderanno libertà, ne troverai qui dentro proprio un bel po’.
È un disco che ti auguro con il cuore, il cuore con cui ho scritto questa prima puntata estiva del Disco Raccontato.
Grazie Joni.
Lato C
- Otis and Marlena – 4:09
- The Tenth World – 6:45
- Dreamland – 4:38
Lato D
- Don Juan’s Reckless Daughter – 6:36
- Off Night Backstreet – 3:20
- The Silky Veils of Ardor – 4:01
§
Conosco la forza d’ispirazione della musica, la sua capacità di guidare verso altri stati di coscienza.
Quello che farò in questa piccola rubrica estiva extraradiofonica, sarà stimolare un’ora di ascolto attento, raccontando un disco troppo poco conosciuto, ripescato dalle profondità del mare. Un’isola notturna da dedicare all’arte dell’attenzione. A stimolare sinestesie che nascono dall’ascolto condiviso attraverso l’etere.
Proporrò un racconto di un disco alla settimana, qui, ogni lunedì.
Se ti è piaciuto questo primo racconto, se hai ascoltato il disco e vuoi condividere le tue visioni e ispirazioni, mi piacerebbe leggere la tua, nei commenti.
Poi, forse, il lunedì, qualche volta, dalle 23.00 alle 24.00, proporrò la rubrica anche in radio qui, su Radio Hirundo – web radio.
Se vuoi continuare a seguire la rubrica, intanto, se hai facebook troverai gli aggiornamenti anche sulla nostra pagina: qui.
Grazie.
Zap
Qui puoi ascoltare il disco completo su youtube:
Contenuti Extra:
Se poi vuoi approfondire la storia di Jaco Pistorius e di questo disco, un bellissimo articolo che ho trovato in rete, qui