E poi il capitano, se vuole
si leva l’ancora tra i pantaloni
e la getta tra le onde…

I muscoli del capitano – Francesco De Gregori

– Ci sono alcune emozioni che vanno affrontate – disse il mozzo.
– Ma le peggiori non sono nè la paura, nè la tristezza, le peggiori sono come venti del passato. Sono quella malinconia, come l’odore di campagna dentro il freddo di città.  La vita non è comoda per nessuno, capitano!

– Come si fa ad aprire il cuore? – chiese il capitano.
– Come si fa a volere bene a una canzone? – disse il mozzo.

– Lo senti il suono del piano? Racconta la malinconia per quello che non hai voluto vivere, nascondendoti sotto l’iceberg. Racconta i fallimenti felici del Titanic. La musica e i balli della prima inconsapevolezza. Pesce e limoni senza testa. Tragedie tranquille.
Ecco, alcuni ricordi sono come il fallimento felice del Titanic. Sono come guardare le stelle a testa in giù sotto il cuscino.

– Ma ora, capitano, questa notte tu hai un filo rosso, una pipa e un quadro nero su cui dipingerci quello che vuoi. Hai un cuore che batte al ritmo del mare; non hai una nave che pesa; non un sorriso misterioso; non ci sono iceberg; solo pelle bianca in mezzo al mare.
La vita noiosa com’è sotto la guerra, capitano?
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…per descrivere una cosa come la musica di un disco che ci colpisce, le recensioni “classiche” pensiamo siano troppo fredde. L’ascolto crea a sua volta, è per questo che proviamo in questa rubrica a raccontare i dischi, costruendoci delle storie attorno: organizzando organicamente in una storia :frammenti di frasi di canzoni, stati d’animo stimolati e immaginazioni create spontaneamente dall’ascolto attento di un disco…

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