a cura di Antonello “Zappatore” Palladino
C’è una canzone, la cui storia si trova su uno dei punti importanti della mappa immaginale del tesoro di Lupo e Contadino:
“A zonzo” .
Partiti da quella straordinaria canzone, raccontiamo una meravigliosa ed emozionante storia musicale e sentimentale della leggerezza.
La versione italiana cantata da Alberto Sordi nel film “I diavoli volanti”
La versione più famosa di questa canzone è sicuramente quella cantata da Alberto Sordi, doppiatore italiano di Ollio, in una memorabile e mitica scena tratta da I diavoli volanti (The Flying Deuces – film originale del 1939 di A. Edward Sutherland), versione conosciuta anche come “Guardo gli asini che volano nel ciel”. È l’unico film della coppia nel quale Stan Laurel non mise mano né alla scrittura, né al montaggio.
Stanlio & Ollio si ritrovano arruolati nella legione straniera, dove Ollio spera di riuscire a dimenticare le pene per l’amore non corrisposto da Giorgetta. Si accorgono però che l’esperienza dell’esercito è molto diversa da ciò che si aspettavano; fra mille peripezie decidono così di tornare a casa. In fuga dalla legione trovano alcuni soldati che stanno suonando il celebre motivetto; Ollio, togliendosi la bombetta, e accortosi di aver finalmente dimenticato l’amata, improvvisa un testo di meravigliosa leggerezza visionaria:
“Guardo gli asini che volano nel ciel
ma le papere sulle nuvole
si divertono a fare i cigni nel ruscel
bianco come inchiostro
vanno i treni sopra il mare tutto blu
e le gondole bianche sbocciano nel crepuscolo
sulle canne dei bambu’
Du du du du du
Queste strane cose vedo ed altro ancor
quando ticchete ticche ticchete ticche
ticchete sento che e’ guarito il cuor dall’estasi d’amor
Addio addio addio”
La versione originale americana: “Shine on, Harvest Moon”
Nella versione originale americana, la canzone è, invece: Shine On, Harvest Moon, brano popolare del 1908, con un testo meno visionario della versione italiana, ma di bellezza, semplicità e leggerezza altrettanto strepitose.
Ti solleva letteralmente da terra:
“Shine on, shine on harvest moon,
Up in the sky,
I ain’t had no loving,
Since January, April, June or July
Snow time, pay no time to stay,
Outdoors and swoon.
Shine on, shine on harvest moon,
For me and my girl.”
“A zonzo”, il brano originale di Ernesto Bonino durante la Seconda Guerra Mondiale
La melodia della famigerata versione italiana – di cui un estratto diventerà poi anche la sigla dei film di Stanlio&Ollio per la tv italiana – deriva da una canzone del 1942, A Zonzo (di Filippini, Morbello), cantata da Ernesto Bonino, con un testo originario diverso da quello di Sordi.
Pensare che questa canzone fu incisa in piena Guerra Mondiale, in un periodo pesantissimo per l’Italia, la rende ancora più immaginifica e commovente.
Un capolavoro:
“Zonzo, paese di pace, paese di sole,
Dove trascorrere tutta la vita vorrei.
Dolci sentieri di sogno fra tenere aiuole,
Angolo di Paradiso, chissà dove sei.
Vado a Zonzo dove il cielo è sempre blu,
Dove i passeri che svolazzano sopra gli alberi
Mi cinguettan di lassù.
Quanta poesia! Oh!
Vado a Zonzo col mio cuore sognator
E gironzolo per i viottoli
Dove olezzano sulle fronde mille fior
Che parlano d’amor.
Questo è il paese dell’eterna primavera,
Il Paradiso dove è nato il nostro amor.
Per le sue strade il cuore insegue una chimera,
Mi sento l’anima leggera, bianca e pura come un fior.
Vado a Zonzo,
Me ne vo di quà e di lá,
Vado libero come un passero
E sento l’anima ebbra di felicità.
Sopra le carte geografiche e sul mappamondo
E sugli atlanti, per giorni e per notti cercai,
Vane ricerche, il più dolce paese del mondo,
Zonzo, paese felice, chissà dov’è mai.
Vado a Zonzo dove il cielo è sempre blu,
Dove i passeri che svolazzano sopra gli alberi
Mi cinguettan di lassù.
Quanta poesia! Oh!
Vado a Zonzo col mio cuore sognator
E gironzolo per i viottoli
Dove olezzano sulle fronde mille fior
Che parlano d’amor.
Questo è il paese dell’eterna primavera,
Il Paradiso dove è nato il nostro amor.
Per le sue strade il cuore insegue una chimera,
Mi sento l’anima leggera bianca e pura come un fior.
Vado a Zonzo,
Me ne vo di quà e di lá,
Vado libero come un passero
E sento l’anima ebbra di felicità.”
“Il cielo è sempre più blu” di Rino Gaetano
Scorrendo il testo della canzone, in un gioco di riferimenti poetici, non si può non soffermarsi su quel verso: “il cielo è sempre più blu”, proprio quello che cantò nel 1975, con la sua feroce ironia, anche Rino Gaetano – capace di raccontare memorabilmente in musica la storia d’Italia – in una delle sue canzoni più efficaci:
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Una storia musicale della leggerezza: “Nel blu dipinto di blu”, “Il cielo in una stanza” e “Azzurro”
Partiti con la leggerezza suggestiva di “A zonzo”, concludiamo questo viaggio musicale con tre pietre miliari – la famosa mappa del tesoro.
Tutte e tre rivolte al cielo, simbolo poetico così importante nella storia emotiva e sentimentale dell’Italia.
Volare (nel blu dipinto di blu) | 1958 (Migliacci, Modugno)
Il cielo in una stanza | 1961 (Gino Paoli)
Per ascoltare la versione radio del racconto, lo trovi QUI