[Diretta Radio] – Il coraggio di essere idiota – Conferenza di Igor Sibaldi
19 Maggio 2017Pulizia dell’Aura ed Integrazione dell’ombra a Bologna – 2018/2019/2020
8 Novembre 2017PICCOLA STORIA STRANA DELL’ALFABETO – CAP.13
LA LETTERA U
Raccontando dell’origine della maggiorparte delle lettere, le storie sono state spesso finora molto misteriose, antichissime, sempre un po’ fumose, quasi a suggerirne una loro nascita mistica, sovrannaturale.
La lettera U, invece, è la prima la cui storia mi è apparsa legata in maniera chiara e precisa a dei nomi e cognomi, a degli uomini in carne ed ossa – la parola ‘Uomo’ inizia proprio per ‘U’.
Sì, la sua matrice geroglifica antica condivisa con la Y la V e la W, è una lettera proto-semitica – la waw – che fra l’altro somiglia ad una lente di ingrandimento, ma seguirne le tracce fino al momento della sua nascita e distinzione grafica, forse anche per la sua vicinanza ai nostri tempi, mi ha condotto ad un momento molto ben definito.
Nasce in Italia, una notte d’autunno, verso la metà del 1500. Il suo papà putativo, tale Gian Giorgio Trissino, era un importante poeta e linguista con delle precise idee su come distinguere, anche nella scrittura, lettere che, parlando, avevano pronunce molto diverse fra loro. Aveva per esempio individuato due caratteri diversi per la “E aperta” e la “E chiusa”, per la “O aperta” e la “O chiusa” – distinzioni che avrebbero forse fatto bene a tante strane dizioni come la mia -; e poi aveva questa strana idea: lavorare con il pensiero con martello e scalpello la lettera V, per renderla più rotonda, dondolante, e poter quindi usare il grafema appena nato – U – per distinguere bene la vocale ‘U’ dalla consonante ‘V’; in latino, infatti, entrambe le lettere venivano scritte con il grafema “V”. La proposta venne accettata. Da quella notte la U è presente anche sui libri, anche in quelli gialli.
Ultima vocale dell’alfabeto, la più chiusa di tutte, gridarla all’improvviso è un atto di meraviglia che ha però dentro qualcosa di shockante. Non è un’esclamazione di liberazione come può essere pronunciare la “OOOOO” o la “AAAAA”: meraviglia – anche paura – quasi quasi prevedibile; “UUUUU” è qualcosa di completamente inaspettato, quasi inquietante. Forse per questo spettro di potenzialità profonda nel vedere accadere le cose, viene utilizzata in fisica – U – per identificare l’Energia Potenziale e l’energia interna di un sistema. E forse per questo suo essere un po’ inquietante e anche forse per il fatto di somigliare diabolicamente a due corna, è protagonista di uno strano racconto fantastico:’la lettera U, manoscritto di un pazzo’, di Igino Ugo Tarchetti, scrittore esponente della Scapigliatura.
Dal libro riporto un passaggio:
<<Sentite ora l’U. Pronunciatelo. Traetelo fuori dai
precordii più profondi, ma pronunciatelo bene: U! uh!!
uhh!!! uhhh!!!!
Non rabbrividite? non tremate a questo suono?
Non vi sentite il ruggito della fiera, il lamento che emette
il dolore, tutte le voci della natura soffrente e agitata?
Non comprendete che vi è qualche cosa d’infernale, di
profondo, di tenebroso in quel suono?
Dio! che lettera terribile! che vocale spaventosa!!>>
Pezzo di montagna russa, a tracciarla la U sembra di disegnare il fondo di un buco, il fondo di un pozzo in due dimensioni in mezzo al niente del foglio, o chissà anche una pista per skateboard su cui fare acrobazie.
U come
Umanità, Universo, Uno, Unno, Uroboro, Ugo Fantozzi, Urina, Utopia, Utrecht, Uova, USA.
°
La bozza della “Piccola Storia Strana dell’Alfabeto“, la troverai pubblicata a puntate sul profilo fb di: Antonello “Zappatore” Palladino. Se sei interessato al progetto contattami QUI