Il lupo e il contadino – III Stagione – Idee
18 Settembre 2013Palinsesto
3 Ottobre 2013Così come l’uomo contemporaneo consuma troppe calorie e calorie senza valore nutritivo, i lavoratori dell’informazione divorano dati in eccesso e provenienti dalle fonti sbagliate.
Tim Ferris
a cura di Antonello Zappatore Palladino
Una delle nuove rubriche radiofoniche di questa stagione appena iniziata, sarà: Il centro di gravità permanente, ovvero principi di dieta musicale. L’intenzione è quella di trattare gli aspetti più profondi della musica. Non ci interessa la musica (mal)trattata come strumento di intrattenimento, sottofondo permanente delle nostre compere e messa su solo per riempire i nostri vuoti esistenziali. Ci interessa l’attenzione alla musica. La Presenza nell’ascolto musicale. La sua profonda capacità di trasformare, di arricchire e di guarire l’individuo.
In questa direzione, con il coinvolgimento e le interviste a “centri di gravità permanente”: musicisti, scrittori, filosofi, proveremo a disegnare una mappa del tesoro: necessaria in questo periodo di bulimia di informazioni anche e soprattutto musicali.Spostando, però la percezione, in punti anche molto diversi fra loro.
INTERVISTA A PATRIZIO FARISELLI SU TEMPI PARI E TEMPI DISPARI
Per questa prima puntata, abbiamo intervistato Patrizio Fariselli (AREA), che ci ha raccontato la differenza fra tempi pari e tempi dispari, soprattutto a livello percettivo, sia da parte dell’ascoltatore che del musicista. Con qualche spunto molto arricchente per l’ascolto.
Ecco, di seguito, la trascrizione dell’intervento che potete riascoltare con qualche nostra riflessione e inflessione, nel podcast della prima puntata del LupoeContadino (Il lupo e il contadino – La prima). Qui.
[…]Noi in occidente non siamo abituati ai tempi dispari e il valzer è un trucco per aggirare il tempo dispari, perchè ha una cadenza ternaria e un battito regolare che è misero rispetto ad altri tempi dispari in altre parti del mondo: ad esempio quelli più vicini sono i Balcani. […] Noi come Area, e io personalmente come musicista, mi ci sono imbattuto nei primi anni ’70, non ascoltando direttamente la musica balcanica, ma ascoltando un pezzo di Don Ellis e la sua orchestra: Bulgarian Bulge che è un riferimento diretto alla musica bulgara. Solo che lui (Don Ellis), con il suo senso dell’umorismo e grande virtuosismo, esagera e fa questo tempo velocissimo: un pezzo di 83/4 praticamente (ride); fa una costruzione di colpi di 2,3,2,3,4,3 fino ad arrivare a chiudersi in questa battuta inusuale. Comunque, quando lo sentimmo per la prima volta io e Giulio Capiozzo saltammo sulla sedia e capimmo che lì dentro, in questo modo di lavorare cioè, spiazzando l’aspettativa sui battiti, si nascondeva una possibilità espressiva molto forte. Per quel che ne sapevamo noi, era già stato esplorato l’uso dei tempi dispari dalla cosiddetta scuola di Canterbury da musicisti come Soft Machine e Nucleus, da musicisti più vicini alla nostra sensibilità di jazzisti, come pure in passato era stato fatto un lavoro da Dave Brubeck con un disco famosissimo che si chiama Time Out. Questo per quello che riguarda il Jazz che tiene l’improvvisazione in gran conto. La musica classica, invece, era già più avanti in questo senso: già all’inizio del secolo Igor Strawinsky, ha scritto delle cose pazzesche, ascolta per esempio Petrushka del 1905: ci sono delle costruzioni ritmiche strabilianti, proprio per spiazzare le aspettative dell’ascoltatore e sentirsi sempre in una dimensione altra.
[…]Se in Occidente ci fosse più abitudine ad ascoltare e a lavorare sui tempi dispari, il senso ritmico degli occidentali sarebbe più ricco e questo sarebbe auspicabile e si aprirebbero le porte ad una maggiore disponibilità a cose interessanti.
[…]Perchè poi i tempi dispari sono così interessanti, per esempio un 7/4, rispetto a un 4/4? Perchè, tra le mille cose, è bellissimo da ballare un tempo in 7: riesce ad essere regolare, pur avendo un senso cosiddetto “zoppo”, cioè qualcosa che manca rispetto al 4/4, ed anche questo è propedeutico a un certo tipo di movimenti per la danza diversi da quelli che si fanno danzando in 4/4: è molto stimolante.Un’altra cosa, è che il 7/a (tempo dispari), batte i tempi forti in un posti dove uno magari non se li aspetterebbe, e quindi quando uno rimane sorpreso da qualcosa, scattano dei meccanismi anche nel cervello interessanti: c’è uno stato di allarme per una cosa che non è ben riconosciuta, poi nel momento in cui sai cos’è, c’è sempre uno stato di eccitazione diverso rispetto a un tempo a “chiodo”.
[…]Intendiamoci, non è che facciamo solo tempi dispari: è un arricchimento delle nostre possibilità espressive. Quindi se un tempo in 2 (pari), ti dà una certa potenza proprio nel fatto che è prevedibile, ogni colpo lo senti arrivare e ci sei dentro e lo partecipi, se tu invece dai una scansione in 7, hai altrettanta energia se non di più, dal mio punto di vista, che una scansione binaria, in 4: c’è un carico di energia supplementare non indifferente.
IL LUPO E IL CONTADINO
OGNI MARTEDI ALLE ORE 21.30 SU RADIO HIRUNDO
Musica, Arte, Favole, Spirito, Filosofie, Parole e Interviste a personaggi della Cultura Alternativa.
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