Nell’ultima puntata (la numero V della nuova stagione) del Lupo e Contadino con tema: Strumenti Musicali Non Convenzionali (potete ascoltare il podcast cliccando qui), ci siamo confrontati fra le altre cose (utilizzando nel frattempo anche una pessima pronuncia inglese per annunciare i brani in scaletta), con un dilemma ancestrale per l’Uomo della Strada e cioè: come si fa a stabilire quando qualcosa è o diventa un’opera d’arte?   

Un uomo qualunque della strada che si affaccia ad una mostra contemporanea o ascolta un’esecuzione musicale di John Cage infatti spesso pensa: ma cos’è ‘sta schifezza?  E un millesimo di secondo dopo, ricollegando il tutto alla pessima reputazione culturale che si trova ad avere fra i suoi amici: “Ma cacchio sono capace anche io di tirare quattro pennellate di vernice a caso su una tela o di incidere un brano di silenzio assoluto, e ‘sto John Cage c’ha messo 4 anni!”. E allora, dov’è il problema?

Tralasciando la questione che riguardo ad alcune mostre mi trovo pienamente d’accordo con l’uomo qualunque della strada, cosa rende Arte per esempio proprio il brano di John Cage , 4’33’’ (che abbiamo mandato in diretta ieri, forse in una delle rare volte nella storia di tutta la radio), -273 secondi di assoluto silenzio?

Io posso scrivere le mie sensazioni. Quando ho ascoltato per la prima volta il brano di Cage nel disco Nova Musicha n.1 sono rimasto a bocca aperta, seduto con le cuffie indossate per quegli incredibili 4’33’’ in cui effettivamente il tempo si era fermato. Era diventata spontaneamente una meditazione sonora sui suoni provenienti dal mondo fuori e dentro di me. Accettavo tutto.

Quindi prima considerazione scaturita: il silenzio c’è, sempre, ma va paradossalmente cercato attraverso la DIREZIONE della propria Attenzione.  La COLLOCAZIONE di quel particolare brano di Cage all’interno di un disco o di un concerto che dovrebbero essere pieni zeppi di suoni (o almeno quello che dovrebbe essere secondo l’attenzione comune), fa incredibilmente proprio questo: direziona l’attenzione verso l’ascolto del silenzio.

Allora, aspetta un attimo, un’opera d’arte potrebbe esistere quando l’artista riesce a direzionare l’attenzione dell’”osservatore” verso altri piani di percezione dell’esistenza. Cioè, questi piani in realtà sono sempre lì, ma hai bisogno di qualcosa che te ne faccia accorgere, come una molla che dentro o fuori di te, ti permetta di spostare l’attenzione dal piano della mediocrità a piani più alti di percezione, tutti contemporaneamente presenti.

Ed è qui il punto chiave che genera il punto di vista artistico, secondo me: la capacità di ACCORGERSI di piani diversi della realtà e di guidare poi l’accorgersi di altri individui verso la loro personalissima scoperta.

E’per questo che trovo molto più affascinante ed utile nel percorso evolutivo di un individuo lo shock (addizionale?) che può provocare per esempio una merda incorniciata su un muro, rispetto a un quadro “fotografico”, stilisticamente perfetto nella sua osservazione dell’esperienza della mediocrità.  Un po’ come ascoltare un brano a caso dell’ultima reginetta del pop italiano: voce perfetta, corpo pure, niente errori, ma ti accorgi che stai ascoltando solo una mediocrità tremenda, una merda, e pure non incorniciata.

Lo Zappatore

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* Per approfondire John Cage e l’esperienza del silenzio, vi consigliamo questo pdf di Gianfranco Bertagni: John Cage, il silenzio e lo zen. Puoi trovarlo a questo indirizzo: www.gianfrancobertagni.it/cage.pdf

* Nella sezione Video del Blog, abbiamo aggiunto un nuovo Video in cui Benjamin Zander, cerca di spiegare in maniera molto empatica, semplice ed emozionante cosa vuol dire <<suonare con una chiappa>> e come ascoltare un brano di Chopin e la Musica Classica.

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La scaletta dell’ultima puntata:

Lascia o raddoppia – Controfagotto – Mike Bongiorno

Madonna Che Silenzio c’è Stasera – Francesco Nuti

Funzionamento Mellotron e MOOG – PFM

Impressioni Di Settembre – PFM

Miss Moon- Jean Michel Jarre

Cosmik Debris – Frank Zappa

By This River – Brian Eno

Pancho – Jack Trombey

4:33 – John Cage

Reminiscence – Dante Bucci

Il gigante e il mago- Vinicio Capossela

Watershed – Mark Hollis

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