La locanda. Le belle interviste.
20 Gennaio 2014Igor Sibaldi – Lo stupore nelle fiabe
22 Gennaio 2014Quando si dice voce flautata ci si vuole riferire ad una voce di velluto, carezzevole perché simile al suono di un flauto, così come gli armonici ottenuti negli strumenti ad arco vengono detti suoni flautati o note flautate, perché del flauto ricordano la morbidezza. Il flauto è uno strumento antichissimo che si produce praticando su canne, legni od ossi dei fori mentre le note si ottengono attraverso l’apertura o la chiusura dei fori che frazionano la colonna d’aria soffiata al suo interno.
Il flauto fu strumento musicale importantissimo nei culti misterici italici, ellenistici e romani mentre la parola si origina dal verbo latino flare e, più precisamente, dal suo frequentativo flatare, che sta ad indicare il soffiare del vento. Il flauto è uno strumento affascinante, non soltanto per la sua sonorità delicata e struggente ma anche perché pare essere il più antico degli strumenti musicali inventati dall’uomo. A Lubiana, nel museo archeologico della città slovena, è conservato ed esposto al pubblico un flauto dell’età stimata di 43.000 anni. Lo strumento, rinvenuto nel sito archeologico di Divje Babe, pare fosse stato ricavato dal femore di un orso delle caverne e…funziona ancora! (qui il link per ascoltare http://www.youtube.com/watch?v=nnLsK2f2IzM )
C’è chi dice che la prima maestra dell’uomo sia stata la natura. La scoperta del fuoco sarebbe avvenuta grazie ai fulmini che si abbattevano sulla terra e la ruota sarebbe figlia dell’osservazione di pietre e massi che rotolavano lungo i fianchi delle montagne. Mi piace pensare a un uomo del paleolitico, al suo linguaggio primordiale, alle prime regole nate dal costituirsi delle società primitive. E mi piace pensare a quello stesso uomo incantato dal suono del vento che si insinuava all’interno di alberi vuoti, alle melodie che ne nascevano cariche di nostalgìa per luoghi e tempi a quell’uomo sconosciuti. Ed amo pensare al momento in cui, sempre quell’uomo trovò un osso, vide che era cavo e capì che il vento era simile al suo fiato e quindi vi soffiò: per tentativi arrivò a costruire il primo flauto. E mi commuove pensare, sempre a quello stesso uomo, nel momento in cui compose la prima melodìa della storia dell’umanità e alla circostanza misteriosa, se fosse consapevole o no, che in quel momento cessava per sempre il silenzio della Musica.